CHANEL E IL RALLENTAMENTO DEL LUSSO: CRESCITA A RITMO RIDOTTO TRA INFLAZIONE E INCERTEZZA!
Chanel, così come altri brand nel panorama del lusso, rallenta la propria corsa. Nel 2024, la maison francese, ha registrato una crescita dei ricavi decisamente più contenuta, rispetto agli anni precedenti, mettendo in allarme i vertici del colosso del lusso.
Segnando un cambio di passo, anche per un’ icona del lusso globale come Chanel. Dopo anni di ricavi da record, il gruppo ha comunicato un fatturato in netto calo rispetto alle cifre registrate nel biennio post pandemia, nel 2004 i ricavi corrispondono al -5,3%. Chiaramente il rallentamento rispecchia un clima macroeconomico estremamente incerto a livello mondiale, dovuto ad una situazione politica, etica e sociale che vede un fronte aperto su più conflitti che tendono più ad ampliarsi che risolversi, un rallentamento della domanda dei beni di lusso, sempre più per pochi, in modo particolare da parte dei mercati asiatici ed un consumatore high-end più selettivo.
Contribuiscono in questo quadro già di per sé critico, l’inflazione ed un riposizionamento generale del settore del lusso, di conseguenza anche quelli che un tempo erano i mostri sacri della moda, iniziano a scricchiolare sotto i colpi della crisi. A quanto pare nessuno è immune agli scossoni mondiali, colpevoli del rallentamento del mondo del lusso. Nel 2024 i ricavi di Chanel Official, sono diminuiti del 5,3%, l’utile operativo è sceso a 4,48 miliardi di dollari, il primo rallentamento evidenziato nelle vendite dal 2020.
Chanel inizia ad avvertire i primi segni di incertezza a partire dalla morte di Karl Lagerfeld, chi gli succede in veste di direttore creativo è Virginie Viard, da sempre braccio destro del Kaiser, ma le sue collezioni non vengono accolte con entusiasmo, considerando le creazione della Viard prive di innovazione, simili a quelle di altri brand e soprattutto lontane dai canoni e dai codici stilistici che hanno sempre contraddistinto la maison Chanel. Questo ha portato inevitabilmente ad un calo delle vendite e ad una crisi di identità del brand.
La critica negativa e la perdita di interesse del pubblico, hanno influito negativamente sulle vendite, nonostante la maison continui ad essere un’icona nel panorama del lusso. Siamo tutti ansiosi di vedere se la nuova direzione creativa, affidata a partire dal 2025 a Matthieu Blazy, sarà in grado di riconquistare la fiducia del mercato. Blazy è noto per la sua eccellenza tecnica e per la valorizzazione dei materiali, come ha dimostrato da Bottega Veneta, le silhouette hanno un tratto meno romantico rispetto ai canoni di Virginie Viard, è probabile si abbia con Blazy un ritorno al lusso più silenzioso ma sofisticato. Forse una reinterpretazione dei codici classici in un codice più concettuale ma indossabile, reinterpretando il classico tailleur Chanel e perché no, dando vita ad un look più gender-neutral, pur restando fedele al DNA Chanel.
Blazy è conosciuto ed apprezzato per saper bilanciare tradizione e innovazione estetica. Mirando ad espandere il gradimento del brand anche a generazioni più giovani, senza perdere l’appeal già consolidato. Quale potrebbe essere l’impatto commerciale del lavoro di Matthieu Blazy sul brand? Solido ma non immediato, le prime collezione del designer ex Bottega Veneta, potrebbero richiedere tempo per essere recepite a livello commerciale, passando attraverso una fase di “transizione stilistica”, magari con meno bestseller immediati ma più hype culturale.
Traendo le conclusioni, Chanel si trova tra due fuochi, il tentativo di mantenere il suo status iconico e rinnovarsi in un contesto di mercato costantemente in evoluzione. Vedremo se la direzione artistica di Matthieu Blazy darà inizio a quel cambiamento strategico, necessario per continuare a garantire un futuro di successo al brand.