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Classe 1998/99, Andrea Alchieri giovanissimo fashion designer milanese, ha attirato l’attenzione nel panorama della moda grazie al suo approccio sperimentale, artistico ed inclusivo. Alchieri rappresenta una nuova generazione di stilisti italiani, unendo una spiccata vena creativa, rigore sartoriale all’ esperienza presso grandi case di moda come Fendi a Roma, Inditex in Spagna, lavorando nel reparto Womenswear. Frequenta l’istituto Marangoni di Milano e durante il percorso accademico, riceve numerosi riconoscimenti, nel 2019 durante il terzo anno di frequenza presso l’istituto, vince il contest Zara View.S, premio che lo porterà a collaborare con Zara Italia, nella creazione e nello sviluppo di una capsule collection. Partecipa come finalista al “Contest art of fashion faundation”, nel quale realizza la capsule “facell”. Si diploma nel 2021, portando in passerella la collezione “Admit One”FW 21/22, risultando Best 10 Designers of the years su Vogue Talents. Il designer con il progetto Alchètipo, il cui nome nasce dalla fusione di due elementi distinti ma complementari: l’Alchimia, processo di trasformazione e creazione e Alchieri, il cognome dello stilista, sottolineando e portando con sé la tradizione e la sartorialità italiana, unendo quest’ultima ad un’estetica decostruttiva, pur mantenendo dettagli identificativi del brand come la sartorialità. Non a caso a dichiarare l’identità del brand e del suo direttore creativo, troviamo l’impronta digitale di Alchieri a fare da colonna portante al logo, dichiarazione forte di identità di un progetto che spinge verso una moda inclusiva, fluida e senza stagioni. Andrea Alchieri sembra essere affascinato dall’imperfezione e dal potere della moda come racconto evocativo, nelle sue collezioni emergono ossessioni, ricordi personali e ambientazioni malinconiche, un’estetica in cui le contaminazioni coesistono con simbolismi quasi oscuri e teatrali.



Il designer utilizza la moda come linguaggio narrativo sperimentale e poetico, attraverso il quale evocare emozioni profonde. Con Alchètipo, racconta mondi alchemici e psichici, sfidando il concetto tradizionale di abito e tailoring, mantenendo la costante dell’elemento sartoriale. Alchètipo by Andera Alchieri, racchiude un’estetica mutevole, agender e seasonless. Nel processo creativo che porta il designer a realizzare la propria collezione, i tessuti hanno un ruolo importante così come la scelta dei colori, prevalentemente nero e grigio, dando una connotazione agli abiti di estrema eleganza. I tessuti sono considerati come una doppia pelle, ne è un esempio la creazione di una maglia a rete molto fitta e stretch che aderisce al corpo e ne diventa parte integrante dei movimenti: sono i capi che vanno a forgiare le linee del corpo. La sua collezione più recente, Cinema’s Chorus 2024-25, è ispirata all’alchimia e al surrealismo cinematografico, esplorando i temi della magia, dell’occulto, il contrasto tra luce ed oscurità. Ottenendo un equilibrio tra mistero e bellezza attraverso stampe eccentriche create da Sharon Bassi, ispirate alla fotografia psichedelica di Ira Cohen. Tagli decostruiti, corsetteria con stecche visibili e tagli elaborati, una prevalenza del cuoio, materiale sul quale Alchieri lavora in modo rigorosamente sartoriale. Non dimentichiamoci che Andrea Alchieri ha debuttato proprio a Lineapelle Designers Edition con la sua prima sfilata genderless. L’estetica della collezione è data dall’equilibrio tra razionale e irrazionale, tra arte sartoriale e suggestioni magiche-esoteriche. Un’atmosfera tesa tra il bello ed il macabro, con ispirazione che sembrano arrivare dai film di Tim Burton, tra bene e male, un viaggio introspettivo nella dualità umana. Rappresentativi e identificativi dello stile di Andrea Alchieri sono proprio i tre aggettivi con i quali lo stilista stesso ha definito il suo brand: sartoriale, eccentrico e surreale! Alchètipo include anche una sezione dedicata al faschion jewelry, dando una visione completa di un outfit firmato Andrea Alchieri, infatti i gioielli, non sono considerati semplici accessori ma elementi simbolici che completano e rafforzano la narrazione di ogni collezione. Abiti e gioielli convivono in un’estetica teatrale e narrativa potente, dove l’identità del marchio traspare da materiali forti, tagli anticonvenzionali e accessori ricercati.



Andrea Alchieri è anche la mente creativa di una collaborazione con il brand cinese Remagine Studio, hub creativo che fonde design, moda e sperimentazione, collaborazione che ha preso forma in “Calcetto Gala” Striker’s Loafer, dove lo spirito del calcetto incontra l’eleganza sartoriale, realizzando una calzatura, prodotto della fusione tra heritage calcistico, mocassino e clean tailoring, firmando una nuova visione del footwear. Questo progetto non è solo moda ma è racconto e celebrazione, una riflessione sulla sfera maschile contemporanea, con le sue fragilità, i codici estetici e sulla possibilità di reinventare spazi comuni, come un campo da calcetto, con nuovi linguaggi.
La filosofia di Alchètipo ha incontrato anche l’essenza del tour di Marco Mengoni, “Marco negli stadi 2025”. Mengoni ,infatti, ha scelto un completo rosso porpora firmato Alchètipo by Andrea Alchieri: pantaloni dritti dal taglio pulito, topo trasparente a maniche lunghe con guanti integrati, un capo audace e suggestivo che instaura un perfetto dialogo con la scena, in equilibrio tra eleganza e provocazione. Evidenziando la capacità di Alchieri di fondere moda,arte,danza e musica in un unicum. Alchieri , attraverso questo outfit, ha trasformato Mangoni in un’icona visiva, grazie a tagli netti e materiali innovativi, ponendo il focus sull’identità fluida e sull’autorappresentazione, tema presente nelle sue collezioni e caro al designer steso. Andrea Alchieri ha dimostrato la sua capacità di tradurre la propria estetica “Alchemica e genderless” in un outfit destinato alla scena, manifesto di stile e dichiarazione visita che moltiplica il potere emotivo della performance live.


E’ indubbio che Andrea Alchieri si stia affermando come una delle voci più originali della nuova moda italiana, capace di fondere estetica sperimentale, visione teatrale e precisione sartoriale in un linguaggio personale e riconoscibile. Con Alchètipo, ridefinisce i confini tra moda, arte e identità, proponendo abiti che diventano veri e propri strumenti narrativi.