
Ami Paris
Gennaio 25, 2025
Due Dame a confronto
Gennaio 27, 2025
Parigi ha tante sfaccettature ma quasi tutti tendono a vedere ed identificare questa città con la Ville Lumière, la città delle luci , brulicante di turisti , con le vie costellate di negozi di lusso, la città dell’amore, perché cosa c’è di più romantico che camminare abbracciati avvolti da una leggere nebbiolina nelle prime giornate autunnali sul lungo Senna o nelle ruelles che portano alla butte di Montmartre? Pensi a Parigi e per un’associazione di idee automatica, davanti agli occhi compare la Tour Eiffel, il Louver, il Moulin Rouge e ad una miriade di altri luoghi comuni. Per alcuni, soprattutto per chi ci vive, Parigi è quella del presente, la città che con il passare degli anni, purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista, ha cambiato il proprio aspetto. Facendo si che tutti la identificassero come la città più bella del mondo, o quanto meno una tra queste.

In realtà, se si guarda oltre lo sfolgorio delle luci, la frenesia delle orde di turisti che ogni giorno si riversano nelle strade, se si va oltre il tempo e si osserva questa città con amore profondo, si percepisce la complessità, l’anima composta di frammenti che hanno portato Parigi ad essere un groviglio di colori, di forme e storie ancora oggi, forse, difficili da comprendere. A tal proposito vi consiglio di leggere “Blanche e Claude” un romanzo di Melanie Benjamin. Vi esorto insieme ai due protagonisti di questa storia a fare un salto nel tempo, di tornare ad uno dei periodi più bui della storia del Vecchio Continente. Siete a Parigi ma negli anni ’40 del secolo scorso: il 14 giugno 1940, all’alba, la 18a armata tedesca, entra trionfalmente a Parigi occupandola. Nonostante le truppe tedesche sfilino dagli Champs.Elysèes sino alla Concorde, i parigini faranno di tutto per ignorarli e questo avverrà per tutto il periodo dell’occupazione.


Parigi in questi anni bui sarà molte cose, sarà coraggio ma anche collaborazione con i nazisti, si ribellerà ma sarà anche acquiescente, moltissimi soffriranno e molti altri invece ne usciranno indenni. Sin dal primo giorno dell’occupazione, le autorità tedesche requisirono la maggior parte degli alberghi, dove verranno organizzate le sedi degli uffici del Reich. Quasi tutti gli alberghi sequestrati si trovavano sulla rive droite, Rue de Rivoli diventa uno di principali punti nevralgici della capitale occupata. Le Maurice come l’hotel Inter-continental, allora semplicemente Continental, e l’hotel Ritz, diventano residenze e quartier generale dei vari governatori tedeschi e del loro staff. E proprio il Ritz, in Place Vendôme, sarà suo malgrado protagonista di uno dei momenti più bui della storia di Parigi. L’istituzione per eccellenza della vita mondana parigina, negli anni dell’Occupazione si trasforma nella sede direttiva della Wehrmacht. Melanie Benjamin, nel suo romanzo, ci racconta la storia d’amore tra Blanche e Claude, tormentata e circondata dal lusso dell’hotel Ritz e quella per l’appunto, di uno degli alberghi più famosi al mondo, tra le cui mura sono state scritte alcune tra le pagine di storia più dolorose della Ville Lunière. “Blanche e Claude” è sicuramente un racconto non convenzionale della Resistenza francese, alla quale non vi presero parte solo coloro che uccisero nazisti o fecero saltare ponti, ci fu anche chi, come Blanche e Claude, non tennero mai in mano una pistola ma che fecero della Resistenza più uno ”stato d’animo che un’azione violenta”. Claude Auzello, fu effettivamente il direttore del Ritz durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, sappiamo che nel 1923 sposò un’aspirante attrice americana, il cui nome reale era Blanche Rubistein, di religione ebraica che si convertirà al cristianesimo per sfuggire alle deportazioni, cambiando il proprio cognome in Ross. Blanche lascia New York, negli anno ’20, al seguito di un ricco principe egiziano, J’Ali Ledene, suo amante, con la speranza di far decollare la propria carriera di attrice nella capitale francese ma le cose andranno diversamente. L’incontro con Claude segnerà uno spartiacque nella sua vita, l’amore turbolento e la Resistenza, dove entrambe, l’uno all’insaputa dell’altra, avranno un ruolo attivo, aiutando i piloti alleati, i cui aerei vengono abbattuti, ad uscire dal Paese, mettendosi in salvo, porteranno Blanche a percorrere strade diverse, rispetto al destino che si era immaginata. Il Ritz, inizialmente, sarà una sorta di porto sicuro per lei, un rifugio in una Parigi ormai assediata dai nazisti. Purtroppo il lusso ed i fasti di quello che ancora oggi è uno degli alberghi più belli al mondo, non riuscirà a proteggerla a lungo.

L’autrice di questo racconto, riesce a ricreare, pagina dopo pagina, l’atmosfera che si respirava a Parigi e al Ritz in quegli anni, dove erano di casa Marcel Proust, F.S. Fitzgerard, Cole Porter, Picasso, il Duca e la Duchessa Windsor, solo per citarne alcuni. Fanno capolino, regalando loro qualche battuta in più, i personaggi di Hemingway, Marlene Dietrich e Chanel, il cui ruolo in quegli anni, da qualcuno sarà ritenuto ambiguo, sospettando che Madame Coco avesse un’inclinazione collaborazionista ma questa è un’altra storia.
Quando Blanche approda a Parigi è il 1923 e si sposa nel 1924, scopre ben presto che nella Parigi di allora, le donne non potevano votare, non potevano aprire un conto corrente in banca e non avevano accesso al bar del Ritz, oltre a dover fare buon viso a cattivo gioco, ovvero, accettare le amanti dei mariti. Per una donna che arrivava da Manhattan, tutto questo era pura follia, per questo Blanche lascerà più volte Claude, anche per lunghi periodi. Il sopraggiungere della guerra cambierà tutto! Parigi viene inghiottita da una voragine nera, gli alberghi di lusso così come le residenze private, vengono requisite dai generali tedeschi, per strada si assiste all’intensificarsi dei rastrellamenti dei cittadini francesi di origine ebrea. Sul volto di ogni francese si dipinge un’espressione sbigottita, quasi come si trattasse di un sogno. Certo è che l’episodio terribile del Vel D’Hiv ( il Velodromo d’Inverno), dove ad agire furono i gendarmi francesi su ordini del governo di Vichy e non le SS, questo fu tutt’altro che un sogno! Il 16 e 17 luglio 1942 furono per la maggiorate donne bambini ad essere condotti nel Velodromo, gli uomini in gran parte erano già stati deportati: 13.152 persone furono imprigionate qui e nel campo di internamento di Dracy, successivamente deportate ad Auschwitz.
Blanche individuata come parte attiva nella Resistenza, verrà arrestata più volte e mandata nella prigione di Fresnes, dove rimane per un mese, sopportando torture, stupri ed interrogatori estenuanti ma riesce a sopravvivere così come Parigi è sopravvissuta ad anni tremendi, di cose orribili, entrambe riprenderanno a vivere. Per le strade di Parigi la musica tornerà a suonare, i turisti animeranno dimuovo le strade, i palazzi verranno ristrutturati, i fiori nei giardini rifioriranno, nonostante ciò nulla sarà più come prima. Forse è meglio non indagare troppo sugli anni della guerra, gli scheletri tornati dai Lager, quei pochi, hanno ripreso sembianze umane, i tribunali hanno espletato le loro funzioni. L’eredità di quegli anni è
ancora difficile da metabolizzare. Il 29 maggio 1969, nel VIIIar, i corpi di Blanche e Claude, vengono ritrovati esanimi. Si scoprirà che Claude ha ucciso Blanche per poi suicidarsi, nessuno di loro era rimasto lo stesso!
Buona lettura!