IL LATO OSCURO DI SHEIN: TRA FAST-FASHION, SFRUTTAMENTO E IMPATTO AMBIENTALE!
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Negli ultimi anni Shein è diventato un nome famigliare per milioni di giovani consumatori di tutto il mondo. Nato come piccolo e-commerce cinese, oggi è uno dei colossi del fast-fashion, specializzato in abbigliamento femminile più conosciuto. Le recenti notizie vedono però, puntare i riflettori su Shein, per questioni legate alla violazione delle norme a tutela dei consumatori. La Commissione Europea in collaborazione con il CpC, la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori, a seguito di un’indagine coordinata a livello europeo, hanno imputato a Shein una serie di pratiche, evidenziate sulla sua piattaforma, che violerebbero il diritto dell’UE, in materia di tutela dei consumatori. In modo particolare, l’azione della rete CpC è guidata dalle autorità competenti di Belgio, Francia, Irlanda e Paesi Bassi.
Dunque quali sono le presunte norme violate, con le quali i consumatori del colosso del fast-fashion, si troverebbero ad avere a che fare?
Si parla di falsi sconti, informazioni mancanti, acquisti fatti sotto pressione in vista di false scadenze, etichette dei prodotti ingannevoli, dichiarazioni di sostenibilità non veritiere, dati di contatto dell’azienda di difficile reperimento, facendo si che i consumatori si trovino in difficoltà nel contattare l’amministrazione in caso di reclami.
Shein avrà tempo un mese per rispondere alle accuse a suo carico, onde evitare il rischio di incorrere in multe salatissime , in un momento alquanto incerto per il settore della moda e dove il fast-fashion sembra essere nell’occhio del ciclone.