GIORGIO ARMANI: RIVELATE LE ULTIME VOLONTA’ DELLO STILISTA!
APERTI I DUE TESTAMENTI DI GIORGIO ARMANI E SVELATO IL FUTURO DELLA SUA EREDITA’ CREATIVA E IMPRENDITORIALE.
Dopo anni di speculazioni e segreti a lungo custoditi, sono stati finalmente aperti i due testamenti olografi, depositati presso il notaio Elena Terrenghi, di Giorgio Armani, fondatore dell’omonima maison e icona indiscussa dello stile italiano nel mondo. Un momento storico che nella storia della moda recente, segna una nuova era per il gruppo Armani, sino ad oggi ancora una delle poche case di moda totalmente indipendenti ma oggi viene da chiedersi, ancora per quanto? I testamenti redatti di pugno dallo stesso stilista, vanno a definire la sua volontà in merito alla gestione del suo impero creativo e patrimoniale.
COSA HA DISPOSTO GIORGIO ARMANI DEL SUO PATRIMONIO?
Le disposizioni testamentarie hanno stabilito quanto segue: alla Fondazione Giorgio Armani spetta l’intera proprietà della Giorgio Armani S.p.a, per la quale lo stilista ha messo nero su bianco i principi fondanti, che dovranno essere il fulcro della Fondazione stessa, da qui “la gestione delle attività dovrà avvenire in modo etico, con integrità morale e correttezza”, “la ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato”, “l’attenzione all’innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza di prodotto”. Il compagno e braccio destro Pantaleo Dell’Orco avrà il 40% dei diritti di voto nell’azienda, il 30% dei diritti spetteranno alla Fondazione e il 15% verrà assegnato a ciascuno dei nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana, mentre azioni senza diritto di voto a Roberta Armani e Rosanna Armani, ai quali è stata destinata, inoltre, la piena proprietà per una quota del 75% della società L’Immobiliare Srl e la restante quota del 25% in nuda proprietà. L’usufrutto andrà invece a favore del compagno Leo Dell’Orco, alla società fanno capo gli immobili di St. Tropez, Antigua, Broni e Pantelleria. A Dell’Orco spetta anche l’usufrutto a vita del palazzo di Milano in via Borgonuovo. Tra i beneficiari del testamento di Giorgio Armani, compare anche il nome di Michele Morselli, non noto alle cronache ma manager della società immobiliare di Armani, a lui e alla figlia Bianca, alla quale lo stilista pare fosse molto affezionato, sono stati assegnati titoli per circa 60 milioni di euro, oltre a due tranche di Btp del valore di 2.070.000 e 30.000.000, una polizza assicurativa il cui controvalore andrà a Bianca tra i 25 e 30 anni di età, oltre alla possibilità di trascorrere periodi di vacanza nelle proprietà passate oggi agli eredi.
LA VIA DI UNA POSSIBILE CESSIONE DELLA MAISON
Quello che appare come un colpo di scena, nel testamento dello stilista, è la disposizione inerente la vendita del 70% della Giorgio Armani al gruppo Lvmh, Luxottica o L’Oreal, da finalizzare nell’immediato futuro. Nel testamento si legge: “ Pongo a carico della Fondazione i seguenti oneri: decorsi 12 mesi ed entro i primi 18 dalla data di apertura della successione, cedere una partecipazione del 15% in via prioritaria ad uno tra il gruppo Lvmh, EssilorLuxottica, il cui fondatore, Leonardo Del Vecchio, fu un caro amico di Armani, L’Oreal o ad altra società operante nel mondo della moda di pari standing, con cui la Giorgio Armani intrattiene rapporti di partnership”. A decidere sarà la Fondazione con l’accordo di Dell’Orco e uno dei nipoti con diritto di voto. Dispone, inoltre che dopo la cessione del 15%, “ a decorrere dal terzo anno ed entro il quinto” dalla data di apertura della successione, venga ceduto un ulteriore 30% del capitale della casa di moda, fino a un massimo del 54,9%. Nel caso di cessione, la Fondazione dovrà rimanere al 30% del capitale e “salvaguardare lo stile della casa di moda”.
QUALE SARA’ IL FUTURO DELLA MAISON ITALIANA?
La successione di Giorgio Armani segna un passaggio cruciale, non solo per la casa di moda stessa, ma per l’intero comparto del lusso italiano. Con un piano di successione unico nel suo genere ed una governance attentamente pianificata, il fondatore della maison, ha scelto di garantire la continuità del brand attraverso la Fondazione Giorgio Armani, bilanciando identità creativa e aziendale. La possibile apertura ad un partner di alto profilo industriale o in altro caso una quotazione in Borsa dell’azienda, apre nuove prospettive, tuttavia la vera sfida sarà preservare l’autonomia decisionale e l’equilibrio tra governance famigliare e logiche di mercato. Il futuro del gruppo Armani si giocherà su un equilibrio delicato, crescere senza snaturare l’essenza del brand e evolvere senza perdere il valore simbolico di un marchio, che per decenni, ha fatto della coerenza la sua forza.