Ciò che lega Yves Saint Laurent a Marcel Proust è una sensibilità condivisa per la memoria, il tempo e la trasformazione.
Tutto ha avuto inizio nel 1971, in occasione del Proust Ball presso la dimora del barone Alexis de Redé. Saint Laurent e Pierre Bergé arrivarono in costumi ispirati alla Belle Époque, incarnando l’eleganza e l’opulenza del mondo di Proust.
Il ballo rifletteva l’apprezzamento di Saint Laurent per la profondità estetica ed emotiva di Proust, dove la bellezza spesso nascondeva una corrente sotterranea di fragilità e perdita. I disegni di Saint Laurent riecheggiano di storia ed emozione, reinventando i pensieri di Proust.
La “Collezione russa” del 1976 è un esempio chiave, con i suoi velluti lussureggianti, i ricami folcloristici e le silhouette drammatiche. Attraendo immagini storiche, la collezione ha reinterpretato il passato attraverso una lente moderna, proprio come Proust ha ricostruito la memoria con dettagli vividi, trasformandola in qualcosa di dinamico e senza tempo.
La Belle Époque, centrale nella narrazione di Proust, rimase una fonte ricorrente di ispirazione per Saint Laurent. La sua retrospettiva del 1983 al Metropolitan Museum of Art presentava intricati abiti di pizzo e mantelli riccamente decorati, che rendevano omaggio all’eleganza del periodo, evocandone al contempo la malinconia.
Sia per Saint Laurent che per Proust, la creazione era un modo per affrontare il passare del tempo. Il loro lavoro trasforma l’effimero nell’eterno, offrendo una visione di bellezza che trascende il suo momento e continua a ispirare nel tempo.